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Premio Giovanni Pastocchi "Tempi di-Versi"
V Edizione

Ultimo aggiornamento: 09 Luglio 2018
Clicca qui per il bando completo del concorso
Andamento del concorso:

Partecipazione al concorso 39% in più rispetto all’edizione 2016.

Risultati

Al concorso poetico hanno preso parte 266 autori provenienti da tutte le regioni d’Italia, tranne la Valle d’Aosta, e anche dall’estero (Irlanda, Tunisia, Romania e Brasile).

La regione che ha inviato più testi poetici è la Lombardia, seconda il Lazio, terze le Marche a pari merito con la Campania.

Opere vincitrici

1° Classificato

Piccola elegia autunnale

C’è un po’ di febbre
negli orti abbandonati.

Dissipando ancora un addio
(cosi almeno vorresti…) –
t’illudi di sognare o di morire. Un
settembre… ne percorrevo i colori,
l’uva appassita nei chiostri
bluciechi, senza gloria, un’ebbrezza
diffusa, poco più.

Ti ricordo così, amata nell’ombra.
Quieta, stellata, senza dolore.
Chi ha cuore
di scrivere una canzone?
Inciampa l’anima senza pudore
e stanca e colorata si riposa.
Indolore per le docili cure.

S’inoltrerà l’autunno con la luce
della convalescenza.

Giuseppe Piersigilli
Cerreto d’Esi (An)

Motivazione: Versi liberi che attraverso questa “Elegia”, come la delicatezza della luce in un quadro di Monet, trovano il giusto respiro per un richiamo dell’anima alla profondità della vita nella sua totalità. Una poesia ricca di quel vissuto tipico del poeta che, attraverso l’uso della curiosità, riesce a vedere gli aspetti più nascosti della vita e a far emergere quel lato fumoso e tenebroso della natura tipico di un certo periodo dell’anno. Una natura capace di trovare la luce attraverso la speranza; versi di un certo spessore che possono essere in grado di assopire l’anima lasciandola cadere in uno stato d’innamoramento e di catarsi.

2° Classificato

Divino destino

Futuro mesto teme la bottiglia
per sé di acque minerali e astemie mense.
«Vita mia vuota, così non mi piaci,
ci sarà dal cielo il tocco di un angelo
che cambierà il mio oscuro destino…»
L’angelo passa e dice: ‹‹così sia››.

E il viaggio inizia per la fortunata
bottiglia fra rosse colline autunnali,
verso criptici luoghi, segrete volte
di cantina, dove aleggia profumo
fruttato, aromi d’uva spezzata.
Come nelle storie d’amore orientali,
accolta in vapori, appannata,
in attesa che il sogno si avveri.
Nel tintinnio armonioso di fondo,
da un morbido flusso è inondata
di liquide porpore, trapunte di fiori,
la testa che gira nel tappo, incantata.

A lei si inchina un principe piceno
da una carrozza di legni pregiati:
‹‹Con nobile garbo ti dono›› sussurra
‹‹un romantico mazzo di viole,
amore intenso di dodici gradi
e con anelli in rubino ti chiedo:
vuoi condividere con me la tua vita?».

Anna Elisa De Gregorio
Ancona

Motivazione: Profondità notevole fin dalle prime battute. Un modo di scrivere ordinato che permette all’orecchio di seguire questa splendida partitura di parole in musica. La metrica si sposa benissimo con il tema dando vita a un lungo viaggio interiore che permette di guardare al futuro con l’occhio innamorato della vita e soprattutto, un viaggio destinato all’inebriamento dei sensi capaci di fondersi con la poesia e i profumi della più alta Natura.

3° Classificato

Grappoli d’oro

Grappoli dall’aureo colore
cullati dal sole d’agosto
vorace nel fondere arsura
ma prodigo in dolci sapori.
Nel quieto settembre autunnale
spremuti dal torchio silente
lasciate l’umore nascosto
nel ligneo capiente catino.
Fermenta nell’ombra quel miele
foriero di un bene corposo
nell’aria traslucida e pigra
di vecchie cantine fungose.
Verranno inebrianti misture
a curare ferite del corpo
a sciogliere canti ancestrali
a mietere baci e carezze.
In quell’aria maestosa e sapiente
avvolgente le vite e gli affanni
profumi già noti ed amati
di tempi trascorsi e mai domi.
Ricordi di un caldo tepore
di giochi di amori e di pace
nutriti nel cuore che sboccia
e mai tralasciati nel buio.

Sergio Santoro
Lecce

Motivazione: Versi delicati ed eleganti. Scrittura soffice come il peso di una piuma dal ritmo e dalla musicalità trascinatori fin dalle prime note. Il componimento assomiglia ad un quadretto immerso nei colori d’inizio autunno e nei sapori di fine estate dando l’immagine di una festa in continua evoluzione; una festa che racchiude tutti i valori dell’uomo, i sentimenti più nascosti, figli del ricordo e un futuro alle porte, sicuramente migliore e profondamente curativo.

Segnalato

Ai baccanali

Un acino agrodolce
la tua bocca granata
ho assaggiato, Màlena
chicco dopo chicco ti ho spogliata
da ogni inganno
e come morbida uva ho stretto i tuoi fianchi
amarena , pestandoli a mosto
sul perlage della pelle
di ribes, con persistenti sentori di frutti di bosco e vaniglia;
scivolo sul retrogusto dei tuoi capelli tannini
per questo lungo calice di merlot;
ai baccanali d’un sogno m’inebrio

Non so se sia amore
ma io ne sono ubriaco

Viviana Cartia
Modica (RG)

Segnalato

Curcuma di Settembre

Fiori e pampini di settembre
che insieme si accendono di colori.
Fiori e pampini di settembre
quando maturano gli acini e gli amori.
E così la vite si fa filare
perché si è fatta radice
a profondità tanto grandi da abbracciare
l’essenza della vita che si trasforma in calice.
E così la vite si fa grappolo bramato
poiché fa memoria del freddo e dei grigiori
del calore e dei colori
di un anno che ha amato.

Gaetano Intorre
Potenza Picena (MC)

Segnalato

Settembre in collina

Ha il sapore del vino nuovo
l’atmosfera domenicale,
la prima dopo l’estate
sotto la luce artificiale.

C’è un silenzio felpato,
nell’aria il canto ritmato
dei passi d’una atavica danza,

ma la nebbia s’incanta,
tra stipiti e vetri,
a raccontare della stagione

che prossima s’avverte
e nelle vigne scolora, in macchie brune, la terra.

Oreste Bonvicini
Casal Cermelli (AL)

Segnalato

Lo sanno anche le api

Se io fossi Van Gogh…

potrei dipingere l’Autunno con i colori della terra
Ma non lo sono, posso farlo soltanto con la fantasia
Le dita, sfumano i colori su una tavolozza improvvisata,
una vecchia gerla, senza più farfalle a curiosare.
Lo sanno anche le api,
come potrei, disegnare una tela, coi – Grappoli d’Oro – se l’Uva Regina appartiene all’aurora ?

Lo sanno anche le Api,
quando arriva l’Autunno, rubano il nettare dai boccioli amaranto.
Grappoli, come gioielli per le ghirlande, intrecciati
uno ad uno, lungo i Vitigni. Appoggio il mio viso, con pudore
chiedo umilmente, ombra e conforto.

Parlano gli aratri arrugginiti, di lacrime e sudore
Lento è il mio andare, come lento è il fischiettio
dei contadini stanchi.
Albe e Tramonti si assomigliano, e cercano rifugio
nelle botti di castagno, dove brontola e si macera
il “Tesoro Rosso” della terra, sì avara e generosa…
ove luna si apparta, nel silenzio della sera.

Lucia Macro
Foggia

Segnalato

Sonno d’oro

Venne settembre e portò notti
dai morsi caldi d’uva
su letti di ceneri estive. Era un sonno
misto a una fame
e ci spingeva giù giù
nei campi neri di terra.
Sussurri filanti di alberi
cantavano: «ardere, ardere, ardere.»

Anche i falò furono poi
solo fantasmi. Tra candida cenere
brillavano di lacrime brune le vigne,
sbocciavano rovi e perle dolci
e volevi seminare.
Ma venne settembre e portò
le fauci del vino
le molli resine
il grande sonno.

Luisa Maria Mengolini
Faenza (RA)

Segnalato

Giorno di Vendemmia

Bruciano mura, graticci, vigneti,
e noi immobili, gli occhi socchiusi
per il sole che macchia di luce
le tovaglie imbandite delle viti.

Colgo, fiamma, riflesso, odore, colore.
Assaporo, rosso, gialli, lo splendido autunno.

E’ quando i pensieri si vanno a ripetere,
esausti, sconnessi, si rimettono in fila
per farsi parole in sequenza precisa.
E allora vendemmiare, diraspare, pigiare
e lasciar fermentare appaiono regole
per il farfugliare dell’attesa, il ribollire
aspro e tenero dell’esistenza.

Tutto presto va a terminare: spossate le viti,
stanchi gli uomini, stremata la terra.
Perché anche aspettare è già ricominciare.
Dentro casa: il vagito d’un bimbo,
le risate della festa, poi il silenzio del riposo.

Bruno Centomo
Santorso (VI)

Segnalato

Pensieri silvestri

Quando
a stento percepibile
nella stasi
dell’ozio agreste,
pausa mediana del sole,
il sibilo pigro del vento
pur smuove
le rade chiome
di questi campi
scolpiti di oro e rame
e non oltre
la vista raggiunge
e null’altro
arriva all’orecchio,
nell’ora che nulla succede
si succedono ora
ripetuti pensieri da nulla,
che prendono sapore
dal filo d’erba
consumato sulle labbra
e l’odore
selvatico del pino
che li tiene all’ombra,
nell’attesa che l’uve
trasmutino in vino,
con la mente già ebbra.

Daniele D’Ignazi
Ciampino (RM)

Segnalato

Sete

profumo liquido
di donna – schiaccerei
sangue e cuore
nel tino, come vino,
solo per dissetarti.

Giovanni Vannucchi
Pocapaglia (CN)

Segnalato

Settembre

Settembre dischiude le ali
sui limpidi colli e colori più lievi
ridona di mite stagione.
Si spegne il giallo dei campi,
il rosso lucente dei giorni d’agosto;
e timida scende la luce a ornare
le case tra umide ombre.
E lietamente vanno le viti, salendo
e scendendo come onda di mare,
ove l’oro dei chicchi s’alterna col verde
di foglie sfrangiate da ruvidi venti. Ora stanno le botti sull’aia
e l’uva pigiata a guisa di un tempo.
E dintorno volti ridenti di chi vive
il suo giorno, o cerca la via.
Ed ebbro leva i suoi occhi a quell’onda
di mosto e di vino che sale e si spande
svanendo tra i monti.
Assorto, distante, un volto più stanco
si ferma e sospira. E rimira i borghi
e le vie e le case assopite nell’ultimo sole,
mentre fugge la mente ai suoi giorni,
quando lieve volava tra i campi, la mano
protesa ai grappoli d’oro.
Poi lento ritorna ed il calice leva tra lieti
compagni: “Bevi! Brinda a quest’ora
e riprendi la vita, quella gioia bambina
che il tempo ti nega! Domani, chissà!
E’ sull’uscio che attende e nel manto
nasconde il tuo tratto di vita.

Antonio Damiano
Latina

Segnalato

Beviamo

Vanno uomini nel mese di Settembre
pedalando solitari in bicicletta, sotto
cirri di nuvole in preghiera dove
risaioli puliscono pesci a bordo strada.

Torniamo in tanti in questi luoghi amati,
in questo mese dai fogliami d’oro
che spinge l’amico a parlarti sulla spalla
per poi sparire nel fondo di un bicchiere.

Festa di sentieri che cantano il nascere
e il riposo delle terre, qui dove gli acini
si staccano dal tetto dei filari per indorare
sugli intrecci dalle canne sghembe
come l’infanzia vagabonda di una volta.

E per le vie degli orti un forno avvampa
sul viso di donne col sorriso delle spighe
mentre seduti su fascine occasionali i figli
afferrano dalle nonne il pane caldo d’olio,
scontornano in un balzo e già si fanno vita.

Ah, gli occhi di Alceo che raccoglie
il sogno di questa notte che sta per finire!

Continuo a bere con gli amici rimirando le botti
ai piedi di una scaletta dirimpetto al mare.
Beviamo alla luna che se ne va in controluce
a posarsi sulle pareti della tua stanza
dove lieti si stampano i passi di Settembre.

Si brinda ancora ai colori della notte quando
avanza di soppiatto per regalarci le parole
dei poeti che cantano i primi acquazzoni
tra i vicoli in disuso nell’eternità del tempo.

Benito Galilea
Roma

Risultati di tutte le edizioni del concorso:
Premio Giovanni Pastocchi "Tempi di-Versi" V Edizione
Premio Giovanni Pastocchi "Tempi di-Versi" IV Edizione 2016
 
 
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